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Capoeira ad Arezzo
Quest'anno, sembra essere quello decisivo per tentare di introdurre a Arezzo la Capoeira, un'arte che non solo rappresenta la cultura e la storia di un popolo, ma che costituisce un'occasione unica di unire diverse forme di espressione (la musica, il canto, gli strumenti, il corpo) , e di essere allo stesso tempo un'opportunità importante di educazione relazionale, favorendo la creazione di uno spirito comune basato sulla competizione ma anche sul rispetto, sulla marzialità dei movimenti ma anche sulla loro forma artistica, sulla forma fisica unita all'armonia del corpo.

nicolascapecchiDocente: Nicola Scapecchi

  • 2005-2006 studente - Arezzo - Capoeira Raca (origini: Salvador di Bahia)
  • 2006-2008 studente - New York – Abadà Capoeira (origini: San Paolo)
  • 2008-2010 studente e insegnante corso principianti - Siena – Capoeira Brasil (origini: San Paolo)

Il corso si propone di trasmettere e insegnare i fondamenti e le basi della Capoeira Regional, più consoni alla nostra cultura e più versatili e adatti a essere trasmessi. Verranno insegnati i movimenti e la cultura che la sostanziano, attraverso lezioni diversificate, ma integrate, di musica, strumenti e soprattutto attività fisica. Dopo l'apprendimento dei fondamentali, potranno essere previsti anche degli incontri con altre scuole, stages, workshop di approfondimento o di scambio e confronto con altre culture.

nicolascapecchi2TEMPI, FREQUENZA E COSTI DELLE LEZIONI

L'apprendimento della Capoeira richiede un'attività fisica intensa. La costanza e la frequenza degli allenamenti è fondamentale per raggiungere risultati apprezzabili e per evitare fastidiosi dolori muscolari e/o articolari.

Durata del corso: ottobre 2011 – maggio 2012

Saggio di fine corso: giugno 2012

Frequenza lezioni: 2 lezioni settimanali di 1ora e ½ + 1 lezione eventuale aggiuntiva di 1 ora per la Roda

martedì e giovedì dalle 19.00 alle 20.30

Costo: 50 € mensili + 10 € di quota associativa annuale (una tantum)

Sede: sale di teatro e danza del "Dopo Lavoro Ferroviario" piazzale della Repubblica 2, Arezzo (Appena fuori della Stazione Ferroviaria)

I CORSI INIZIANO AD OTTOBRE

I corsi di teatro della Scuola di Narrazioni "Arturo Bandini di Nausika iniziano ogni anno ad ottobre. Per avere maggiori dettagli o parlare direttamente con gli insegnati contattaci per mail o chiama lo 0575 380468 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00. Scarica il modulo d'iscrizione

LA CAPOEIRA

L'arte della CAPOEIRA è una delle più alte espressioni folcloristiche ed artistiche del Brasile. Quest'antica lotta di liberazione, deriva da una danza, in Brasile viene praticata da tutti, bambini, donne uomini e la si può vedere per le strade, negli spettacoli e nelle palestre. In tante canzoni popolari e moderne la parola "Capoeira" ricorre ed evocare qualsiasi simbolo di questo paese.

Origini della Capoeira

capoeira2La Capoeira accompagnò il popolo brasiliano fin dalle sue più antiche origini. Nacque circa quattro secoli fa, (intorno al 1580), e la sua origine è nera, infatti gli schiavi africani bantù, deportati dai colonizzatori portoghesi in Brasile ed inizialmente nell'area di Bahia, portarono con sé i loro rituali e la loro cultura, e tra questi, la "danza della zebra" ed un particolare strumento monocorde, il "Berimbau", diventato ormai un simbolo del Brasile. Questi schiavi africani originari dell'Angola e del Congo, venivano impiegati come mano d'opera in lavori massacranti nelle piantagioni di canna da zucchero; al termine delle loro giornate si riunivano e ripercorrevano con la memoria il loro passato di libertà con i canti, le danze, le musiche ed i rituali: tra questi uno diventò "Capoeira", una particolare forma di autodifesa e di lotta mascherata sotto forma di rituale e mimica. Molti schiavi in questo modo riuscirono a difendersi dai soprusi e dalle frustate dei coloni europei, ad eliminare i sorveglianti bianchi che li vessavano ed a fuggire nelle foreste dell'interno del Brasile, costruendo in esse dei villaggi detti "Quilombos" (pron.Chilòmbos), in cui ricominciare a vivere secondo le loro abitudini e liberi da persecuzioni disumane.

Il termine stesso di Capoeira riassume questa origine: per i brasiliani "capoeira" è un simbolo, ha un significato di lotta di liberazione dalla schiavitù, perché deriva dal nome del luogo in cui quest'arte ha avuto origine: il luogo di lavoro e la prateria in cui gli schiavi fuggivano erano "capoeira". Infatti nel dizionario brasiliano Aurelio, troviamo che uno dei significati di questa parola è: "terreno sul quale l'erba è stata tagliata o bruciata per coltivare la terra". La Capoeira è un frutto dello schiavismo, le parole di uno dei canti più antichi dicono: Se non ci fosse stata la schiavitù, non sarebbe esistita la "CAPOEIRA"; quest'affermazione corrisponde perfettamente ad una realtà storica. Infatti per non incorrere nelle punizioni dei padroni bianchi, (dato che agli schiavi era proibita qualunque forma di combattimento diretto o comunque qualunque attività che potesse sembrare potenzialmente pericolosa per l'egemonia dei conquistatori), gli schiavi praticarono questa forma di lotta o lontano dai loro occhi, di nascosto, oppure di fronte a loro, ma mascherandola sotto forma di rituale, di danza mimica acrobatica, con movimenti lenti ad incastro, al ritmo pacato di particolari strumenti tribali ed accompagnandola con canti, nenie e ritornelli spesso nella loro lingua (o dialetto) originale africano, incomprensibile quindi per i portoghesi.

Dal 1972 è stata dichiarata la ginnastica nazionale brasiliana, ed è anche stata istituita, per la sua diffusione mondiale, la Federazione Nazionale Brasiliana di Capoeira, che ha sede in San Paolo.

Gli stili della Capoeira

Le caratteristiche originarie dei movimenti si sono mantenute nella cosiddetta "Capoeira d'Angola" (o Capoeira Madre): essa infatti somiglia molto di più ad una danza, spesso eseguiti al rallentatore: in essa non c'è mai contatto deciso, mai movimenti bruschi, spesso ci si sposta accucciati, facendo perno su mani e piedi, le acrobazie a testa in giù sono frequenti e molto lente, inframmezzate a movimenti più rapidi, ma apparentemente scherzosi. Un'altra forma, evolutasi dalla precedente, col tempo diventò sempre più palesemente difesa ed attacco, lotta e combattimento; essa fu nel nostro secolo strutturata come una vera e propria arte marziale: è la "Capoeira Regional"; in essa i movimenti sono sempre accompagnati dagli stessi strumenti, ma la musica è più veloce ed incalzante; è il ritmo e le parole stesse dei cantanti che incitano i capoeiristi a velocizzare i colpi e gli equilibrismi, gli scatti ed i balzi in sequenze rapidissime ed altamente spettacolari, piene di energia, perizia e malizia. L'attacco, la difesa ed il contrattacco qui sono evidenti e si susseguono rapidamente, i colpi possono essere portati a contatto in modo controllato o più forte, a seconda del tipo di gioco. Nella Capoeira si parla di "gioco", di "giocatori", di "golpes" (non di mosse), di "cordel" - plur. "cordéis" (non di cinture); questo sport si pratica normalmente scalzi e senza protezioni; la divisa consiste in una maglietta ed un paio di pantaloni adatti detti "abadà", entrambi bianchi e contrassegnati dal simbolo (con il "logo", il nome del Gruppo e del Maestro o "Mestre") del Gruppo di Capoeira di appartenenza. Il gioco viene effettuato a turno da, due giocatori alla volta all'interno della "roda" (cerchio) formato da tutti i giocatori partecipanti, che simboleggia il "mondo", e c'è una sorta di rituale da rispettare all'inizio ed alla fine del gioco. I "cordeis" sono di diversi colori e variamente intrecciati a seconda degli esami superati e del livello raggiunto.

I Maestri e la musica

Il Maestro che diede inquadramento alla Capoeira d'Angola fu Mestre Pastinha, quello che fondò la Capoeira Regional fu Mestre Bimba, entrambi all'inizio del nostro secolo. Caratteristica della Capoeira è la presenza essenziale della musica, che rende così fluidi i movimenti e che viene eseguita a turno dai giocatori stessi con strumenti particolari di origine africana. Il "berimbau" è il più importante ed è quello che da ritmo al gioco della Capoeira: è uno strumento monocorde, formato da un arco fatto da un ramo di legno particolarmente flessibile ("birìba") o di bambù, teso da un filo metallico; ad esso è legata una zucca secca svuotata la cui parte aperta, appoggiata od allontanata a livello dell'addome dal suonatore, funge da cassa di risonanza; il filo metallico viene premuto con una pietra liscia ("pedra") o con una grossa moneta ("dobrao") e percosso con una sottile bacchetta di legno ("varèta"). Il "caxixi" (pron. Casciscì) viene usato sempre insieme al berimbau; è un cestello di vimini strettamente intrecciato alto circa 10-12 cm, con un anello posto superiormente, per poterlo tenere all'interno del palmo della mano; contiene dei semi di una pianta tropicale molto duri (detti "lacrime della Madonna") e quando viene scosso, produce un suono caratteristico.

Il "pandeiro" è praticamente il nostro tamburello a sonagli e serve ad accompagnare ed a sottolineare il ritmo del berimbau.

L' "atabaque" (pron. Atabàche) o la "conga" sono strumenti a percussione, tipo tamburi alti e stretti; si suonano col palmo delle mani. L' "agogò" è una specie di doppia campana senza batacchio e viene suonato percuotendolo con una bacchetta. Le parole dei canti che accompagnano il gioco della Capoeira sono in portoghese - brasiliano e ripercorrono nella loro semplicità, soprattutto quelle dei canti antichi, la microstoria dei neri deportati in Brasile.

Roda

capoeira3La roda di Capoeira è un circolo di persone al centro del quale si gioca capoeira. I capoeristi si dispongono in circolo battendo i palmi delle mani al ritmo del berimbau e cantando mentre due capoeristi giocano capoeira al centro del circolo. Il gioco tra due capoeristi può terminare a seguito di un cenno del suonatore del berimbau (solitamente un capoeirista esperto) o quando qualche altro capoeirista "compra" il gioco ad uno dei due, col quale inizia a giocare. La grandezza della roda può variare da un diametro di tre metri fino a un diametro di più di dieci metri, e può essere formata da una dozzina di capoeristi come da più di cento. Normalmente il gioco inizia ai piedi del berimbau. La roda si può formare in qualsiasi luogo, in ambienti chiusi o all'aperto, sul cemento, sull'asfalto, sulla terra, sulla sabbia, per strada, in spiaggia in campagna, in palestra. Affinché si formi una roda è necessaria la presenza di un'orchestra di strumenti (batteria). La roda di capoeira è un microcosmo che riflette il macrocosmo della vita e del mondo. Gli elementi che la caratterizzano sono la malizia, il rispetto, la responsabilità, la provocazione, la competizione, la libertà, ma ogni gioco è diverso dagli altri e in ognuno si ritrovano elementi più marcati rispetto ad altri. In generale nella capoeira non si cerca di distruggere il rivale. In generale il capoerista preferisce dimostrare la sua superiorità senza completare i colpi. La ginga è il movimento base della capoeira, ed è un movimento delle gambe al ritmo del tocco del berimbau e ricorda una danza. Il gioco di capoeira può durare pochi secondi o alcuni minuti a seconda del numero di capoeristi che vogliono giocare. Durante i combattimenti più lunghi capita che un capoerista richieda una pausa girando nella roda, dopo due o tre giri i capoeristi ritornano ai piedi del berimbau e riprendono a giocare. Ogni tocco di capoeira richiede una forma differente di gioco, il toque Angola richiede un gioco più lento e più "mandingueiro" (sottile, dissimulato), São Bento Grande de Bimba un gioco veloce e molti colpi rotatori, Iúna (nella capoeira Regional) un gioco con molte acrobazie (floreios) e riservato agli alunni formati e i mestre.

Le regole della Capoeira

Il berimbau Berra-boi detta la modalità del gioco e di solito viene assegnato al capoeirista più anziano presente nella roda. Lo stile, il rituale del gioco dipende della conoscenza e approfondimento del praticante nei "fondamentos"(es. fondamento tecnico, fondamento storico e fondamento musicale). Con il berimbau, tramite un ritmo specifico, si può formare la roda, far iniziare il gioco, far uscire della roda, interrompere il gioco e terminare la roda. Per questa ragione si dice che il berimbau comanda la roda. Si entra in roda in coppia a partire dal berimbau e si comincia a giocare. Si esce dalla roda quando uno dei due giocatori fa capire di non volere continuare a giocare, o quando il berimbau lo comanda. In questo caso subentrano altri due giocatori (sempre passando dal berimbau). Certi ritmi del berimbau permettono il gioco di compra (inserirsi in mezzo ai due giocatori nella roda per prendere il posto di uno dei due). Un giocatore stanco può chiedere all'altro di fare assieme a lui un giro defaticante della roda per recuperare le energie, ma in realtà spesso si tratta di "imboscate" in cui si rischia di essere colpiti a sorpresa.

Riguardo al contatto dipende del ritmo suonato al berimbau. Alcuni ritmi non permettono il contatto (es. Banguela, Iuna, jogo-de-dentro) altri invece lo propongono proprio (es. Sao Bento di Bimba, Sao Bento Grande). Ma quando si tratta di un gioco realizzato tra amici fra i giocatori non esistono regole specifiche. Tutto dipende dal contesto e dall'abilità e intenzioni dei giocatori. Spesso i colpi non vengono portati al bersaglio: se un giocatore viene sorpreso scoperto, il colpo viene accennato per dimostrare che lo si sarebbe potuto colpire, se il giocatore è coperto non si tenta di portare il colpo a segno forzando la sua difesa. In entrambi i casi quindi non si avrà contatto fisico. Questa non è una regola. È molto importante rendersi conto, quando si vuole entrare nella roda, del contesto, della modalità di gioco, dell'intenzione dell'altro giocatore e delle proprie possibilità di confrontarsi con lui. Comunque molto spesso un giocatore molto più abile dell'altro si accontenta di mostrare la sua superiorità senza colpire fisicamente, magari ironizzando sull'avversario, facendo acrobazie o mostrandosi scoperto per poi reagire in modo fulmineo ad un tentativo di attacco.

Filosofia e essenza della Capoeira

La Capoeira, nata come lotta camuffata, anche dopo l'abolizione ufficiale della schiavitù in Brasile, proclamata solo nel 1888, continuò ad essere bandita dalla legge ed a essere praticata clandestinamente. Nel 1953 un avvenimento mutò il destino della Capoeira: dopo l'esibizione tenuta da un grupIl gioco della Capoeira non diventa ma i culto di violenza; il capoeirista al contrario deve prendere coscienza di sé e del proprio corpo, rispettando l'altro giocatore, pur trattandosi ovviamente di combattimento. Occorre molta concentrazione, attenzione, coordinazione dei movimenti propri ed in sintonia sia col ritmo dato dagli strumenti, sia coi movimenti del proprio avversario: per questo motivo la Capoeira può essere considerata anche un ottimo aiuto anti-stress.

Essa è anche una disciplina molto creativa perché i movimenti, sempre coordinati, non sono però programmati e preordinati, ma devono essere "ad incastro" con quelli dell'avversario. La Capoeira è una disciplina completa: si apprende a suonare gli strumenti musicali, a cantare in un'altra lingua; aumenta l'agilità del corpo e l'elasticità delle articolazioni, definisce e potenzia la muscolatura; aiuta ad essere più resistenti alla fatica ed agli sforzi; dà una valida possibilità di autodifesa in caso di aggressioni.

Associazione Nausika
Via Ombrone 24/26, 52100 Arezzo
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