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Per un alfabeto della differenza

PER UN ALFABETO DELLA DIFFERENZA

KAREMASKI - giovedì 10 novembre 2011 ore 21.00 

Tre autori, per raccontare l'identità sessuale. Gli esperti Franco Buffoni (Laico Alfabeto, Transeuropa), Federico Batini (Comprendere la differenza. Verso una pedagogia dell'identità sessuale, Armando) e Francesco Botti (Di corsa, di nascosto, Guanda). In collaborazione con Nausika.

Coordina la presentazione Laura Occhini. Ingresso libero!

Franco Buffoni, LAICO ALFABETO, Transeuropa

Laico alfabetoAlcune voci:

BASTARDI - I figli "naturali" li hanno sempre definiti anche "bastardi". Ma che si decidano! Questa natura è buona o cattiva?Ovviamente la natura non è né buona né cattiva: la natura è animale. E' "destra" allo stato puro, sorgivo. Parlare di natura con riferimento all'uomo contemporaneo è come pretendere di fare indossare un'armatura medievale a un astronauta. Anche nascere con una malattia ereditaria è una cosa naturale, biologica, quando purtroppo accade. L'essere "naturale" non comporta alcun valore in sé, non significa che si sia "normali". Considerate l'omosessualità una malattia? Ditelo chiaramente. Pretendete che sia una posizione dettata dal vostro dio? Annunciatelo, ma senza nascondervi dietro il dito della natura. [...]

FUORI - Qualche giorno fa mi è capitato di riordinare i fascicoli apparsi - a partire dal 1972 - del periodico "Fuori" (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano). Proprio nel primo numero mi ha colpito particolarmente un reportage di Enrico Airone sul franchismo in Spagna.Nel 1972 ero in Inghilterra per il dottorato [...] e ricordo benissimo alcuni studenti spagnoli che non nutrivano alcuna speranza circa un possibile cambiamento della "situazione" nel loro paese. Troppo sigillato era il patto tra chiesa cattolica e franchismo. [...] Io, italiano, mi sentivo al confronto fresco e giovane, lottavo per i diritti civili: divorzio, aborto, legge Basaglia, cambiamento di sesso: potevo manifestare, scendere in piazza. Vivevo in una democrazia. [...]

MANCINI - Per secoli si pensò che la condizione dei mancini fosse "innaturale" e si cercò di correggerla, di "guarirla". Furono oggetto di grandissima ostilità. E anche per loro – poi – si fece l'elenco dei grandi uomini, artisti o condottieri, che lo erano o lo erano stati. Anche per loro si sfoderarono percentuali: si dice che fossero (e che siano) attorno al quindici per cento, mentre gli omosessuali sono quotati al dieci. Oltre cinque milioni di italiani, secondo le stime Eurispes.L'analogia potrebbe proseguire con la categoria dell'ambidestro, che varrebbe il bisessuale. Mi domando: in Italia siamo ancora a questo punto? Chi decide che cosa è naturale e che cosa non lo è? Gli scienziati, i deputati dell'Udc, il comune buon senso? Padre Georg?

Recensioni:

"È un testo di tensione persino volterriana, una disamina in forma di dizionario delle questioni su laicismo e omossesualità, approfondite di pari passo e nell'armonia di un discorso che si fa unico grazie alla forza dell'argomentazione e all'intelligenza che lo muove." Gaspare Baglio

"Laico alfabeto è ossigeno puro, sia per la varietà e l'intelligenza dei temi, sia per la precisione con cui si enuclea l'opacità dei nostri giorni e del nostro linguaggio. Quanto alle parole di Salvemini, le inserirei nella Costituzione..." Valerio Magrelli

"In un momento in cui si stenta a respirare, questo Alfabeto, per la nettezza della sua scansione, per la sua chiarezza illuminista, per la vivacità polemica e insieme per la sua umanità partecipe, mi sembra un potente antidoto contro i "compromessi intellettuali" cui la nostra tradizione ci ha abituati. E la formula con cui è designato l'ateismo ("non come una privazione, ma come un arricchimento, una acquisizione culturale") mi pare cogliere nel modo più vivo il senso stesso del pensiero critico, e di quel nesso tra emancipazione, critica e felicità che ne innerva il senso e di cui Buffoni si sta facendo carico, libro dopo libro, in modo sempre più intenso". Italo Testa

"Il libro è scritto con polso fermo, è asciutto e efficace. Frammenti di un discorso anticlericale, direi, la mala educacion..." Fabio Zinelli

"Mi è piaciuto l'edificio, l'operazione letteraria, ma ho apprezzato pure i contenuti: queste pagine mi aiuteranno a resistere in un paese dove ormai tutto è abitato dalla religione. A pensarci ancora, tuttavia, la verità è che quello che più mi ha colpito di Laico Alfabeto non è la proposta - così giusta e vera - di una grammatica laica dell'esistenza; o la capacità di far convivere la tensione/intenzione soggettiva col tono del pamphlet; o pure i passaggi comici. A pensarci, l'aspetto che più ho amato di questo testo è la sua spiritualità: in fondo, per paradosso, è pure una sorta di Alfabeto Spirituale: per l'intensità della voce, prima di tutto; e pure perché svuota lo stereotipo per cui essere laici significa appunto essere atei, essere «senza» piuttosto che «con», ovvero essere meno in risonanza con il mondo delle emozioni e dell'etica". Daniela Brogi

"Ho letteralmente divorato Laico alfabeto, senza riuscire a staccarne gli occhi neppure per un attimo. Qui oltre al coraggio, la passione civile, la serietà della ricerca, c'è la profonda coscienza teorica, che rende il libro realmente produttivo e fecondo." Sandro Dell'Orco

Laico Alfabeto è un libro davvero molto importante. Il lettore ne esce con la rara speranza che in questo paese forse i preti - leopardianamente - non potranno sempre tutto. La ragione omosessuale diviene il più lucido grimaldello contro ogni fondamentalismo e dogmatismo. La ragione laica, usata con grande perizia discorsiva, diviene anche ragione poetica: il materialismo dei leggendari atomisti greci, e poi di Darwin e di Gould (quello leopardiano di Timpanaro, che fu anche di Primo Levi) ne esce provvisto di una carica immaginativa e di una dignità poetica superiore a ogni Teresa d'Avila e San Bonaventura. Emanuele Zinato

Federico Batini, COMPRENDERE LA DIFFERENZA, Armando Editore

L'omofobia è un problema che affonda le radici in tempi lontani ma che oggi appare come un triste retaggio di tempi passati. Assurta a dignità di cronaca quando si manifesta in tutta la sua violenza o quando le norme tendenti a scongiurarne dette manifestazioni sono oggetto di polemiche feroci è spesso il risultato di stereotipi, pregiudizi e di mancata informazione ed educazione alla comprensione della differenza. In questo volume vengono presentate le conoscenze minime necessarie a comprendere come si costruisce e sviluppa l'identità sessuale di ciascuno di noi. Il volume si propone allora di fornire a insegnanti, ricercatori ed operatori gli elementi essenziali per intervenire efficacemente in modalità preventiva. Non soltanto l'autore presenta in modo originale ciò che occorre sapere e ciò che si può fare, ma giunge ad ipotizzare i fondamenti di una pedagogia dell'identità sessuale. Il volume presenta anche i risultati di tre ricerche che delineano un quadro delle percezioni e delle opinioni in proposito di insegnanti, studenti universitari e studenti delle scuole secondarie di secondo grado nonché le eventuali modifiche che si verificano a seguito di un intervento.

Francesco Botti, DI CORSA DI NASCOSTO, Guanda

Otto racconti che hanno come protagonisti maschi omosessuali «normali», senza lustrini e al di là dello stereotipo tipicamente italiano dove identità e orientamento coincidono. Vicende di uomini che si amano, si aiutano, si vendicano, sognano e lottano come tutti gli altri, ma spesso di corsa e di nascosto. Storie veloci, intense, di resistenza e di dignità, oppure di giochi esclusivi tra maschi che s'incontrano tra i profumi dei giardini botanici o nelle tenebre degli annunci via internet. Segreti mantenuti per anni e poi rivelati in un attimo, nella nitida luce delle campagne toscane o tra gli ingorghi esistenziali di una Milano frettolosa.

Racconti notturni. Notti dalle quali scappare in punta di piedi per le scale, senza farsi vedere, perché sarebbe sempre e comunque difficile spiegare. Notti vissute tra amici, eroi oppure vigliacchi, uniti e solidali nel risolvere situazioni improvvise o complici di scoperte scabrose. Militanti senza slogan o parate, presi a salvare se stessi, ma anche la memoria dell'amore e dei legami che proprio nell'urgenza si risaldano.

 

Associazione Nausika
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