Francesca Cristelli

Il segreto

Ed è così che il segreto diventa l' ingrediente migliore della nostra vita. Basta avere un lavoro normale, una fidanzata normale, una famiglia normale, una normale casa ecc ... per poi aggiungere l'ultima più importante e saporita spezia: il segreto. Ormai non sono più quelli che chiamano "devianti" a nascondere i propri segreti dalle altre persone, bensì coloro che si sentono o sono all'interno di questo insieme, chiamato società.

Questo è solo un punto di vista dipendente da esperienze che io ho vissuto personalemente. In particolare ricordo un singolo caso, che poteva combaciare con altri mille casi, ma scommetto che nessuno di questi "mille casi" avrebbe potuto assomigliare al segreto che custodiva Asia.

Tutti penserete che questo mistero sarebbe dovuto ricadere sull'omosessualità, il tradimento, la solitudine, l'amore impossibile, la madre picchiata a sangue dal padre, la madre e la sorella picchiate a sangue dal padre, la madre la sorella e Asia picchiate a sangue dal padre, e l'omicidio.

No. Anche il segreto nel passare dei secoli e degli anni ha avuto la sua metamorfosi, come la percezione degli altri di fronte a esso.

Per questo insisto a dirvi che quello di Asia è stato l'unico nel suo genere, forse nemmeno lo avreste chiamato segreto, Voi.

Capitolo 1-Le Presentazioni

Con unghie sporche di terra, le mani stavano scavando velocemente una buca come un cane, però in maniera più energetica, e senza la possibilità di scodinzolare. Quelle mani cicciottelle, ma per niente curate, con frenesia cercavano di creare una buca, abbastanza profonda da poterci far entrare un cadavere umano. Uscì dalla fossa per controllare, se effettivamente lo spazio sottostante potesse esse sufficiente a ospitare un corpo adulto. Ormai erano ore che stava in ginocchio a togliere terra, e del glicine piantato anni prima in quella terra non era rimasta nemmeno una radice. Più scendeva a fondo, più il suolo si bagnava diventando più difficile da scavare. Le mani iniziavano a dolorare. Fino al momento in cui la buca non fosse stata pronta per il suo utilizzo, le energie non andavano diminuendo, anzi continuavano a crescere. Nel momento in cui la sua opera ebbe fine, lanciò un sospiro di soddisfazione. Si buttò nella cavità per l'ultima volta, e constatò le misure accertandosi definitivamente che erano perfette. Poi risalì dal buco ed entrò in casa.

Asia era una donna sulla trentina ma con l'aspetto di una adolescente. Decisa, saccente, molto sarcastica e troppo estroversa. Agli occhi degli altri era una ragazza indecisa, inetta, molto permalosa e troppo introversa. Fisicamente era abbastanza bassa, non troppo robusta, capelli castani con riflessi color miele, che arrivavano fino all'inizio delle spalle, occhi marroni, e faccia angelica. Si vestiva senza seguire nessuna moda o particolare stile.

Non aveva nessun comportamento eccentrico davanti agli altri. Nel suo privato aveva diverse passioni, la musica, disegnare, cucinare, giardinaggio e raramente la scrittura e la fotografia. Uno dei suoi interessi nascosti erano le arti marziali, che a causa di problemi sentimentali, aveva dovuto smettere di praticare, quindi ogni tanto s'improvvisava pure come una grande e temeraria combattente.

Abitava da sola in una vecchia casa isolata dal mondo, al centro di una vasta valle irlandese. Da poco si era fidanzata con un uomo di circa quaranta anni, di nome Mark, alto sul metro e ottantacinque, moro, con occhi verde smeraldo, fisico scolpito, sorriso ammaliante, e un carattere riconducibile a una racchia di settantacinque anni.

La casa era un'abitazione rurale, stile leopoldino, due piani più mansarda. Era stata totalmente riverniciata di verde all'esterno e di rosso pastello all'interno. Sia nel fronte, sia nel retro vi era un ampio porticato, dove erano situati un tavolo, delle sedie, un'amaca e mensole piene di vasi di fiori. All'esterno, il giardino era ricoperto di piante e fiori. Le più belle erano quelle rampicanti che coprivano metà facciata della casa. C'era anche un gazebo, dove poter prendere il the, cenare e pranzare, tutto costruito in stile british.

Lo avevo già detto che amava il giardinaggio?

Asia entrò in casa. Prese il corpo senza vita trascinandolo a fatica fino alla fossa a cui aveva lavorato tutta la mattinata. Ce lo buttò dentro e ricoprì la buca con cura, sistemando sopra sopra un vaso con un'unica dalia. Sparse la terra avanzata ai piedi delle altre piante, dandogli una leggere annaffiata e poi tornò dentro casa a prepararsi una limonata.

Si sedette sul portico, prendendosi una meritata pausa dopo il suo lavoro. Prese la brocca e si versò la limonata fino a riempire il bicchiere, per poi accasciarsi. Ad un tratto si sentirono alcune urla provenire dal giardino retrostante alla casa, e il salto causato dalla paura le fece versare un po' di succo nel vestito. Come se niente fosse entrò con calma dentro casa, rovistò fra qualche mensola, prese una radio e ritornò al posto in cui era prima.

La accese.

Mentre le vie en rose stava deliziando l'udito di Asia, le urla andavano sempre più a indebolirsi, quasi ad inglobarsi con la musica, quasi a far parte dell'orchestra, quasi a sembrare che seguissero uno spartito prestabilito, fino a scomparire nelle note della canzone.

Verso sera Mark tornò a casa più acido del solito. Lui non conviveva con Asia, ma sentiva il dovere e la prepotenza di andare da lei sia a pranzo sia a cena, forse per la poca voglia di cucinare o forse perché sentiva la sua mancanza.

Asia aveva già preparato tutto, compreso la tavola e Mark non aveva perso tempo a sedersi. Dal forno proveniva il profumo di polpettone e patate arrosto.

Arrivò l'ora di cena.

Mentre i due stavano mangiando e discutendo, anzi litigando, su chi fosse più colto e informato in materia politica, si sentì di nuovo un urlo straziante provenire dal retro del giardino.

Il silenzio invase la stanza.

Ad Asia venne un brivido che gli risalì per tutta la schiena, talmente freddo che le fece uscire una risata isterica.

Gli urli continuavano, e non avevano intenzione di smettere.

Mark impaurito si alzò per andare a vedere cosa stesse succedendo, ma Asia lo fermò di colpo.

"Amore non ti preoccupare vado io, tu continua a mangiare con calma".

Lui con faccia stupita controbatté:

" Stupida, se ti succede qualcosa non voglio averti sulla mia coscienza, vado io.".

Lei insistette " Mark con la tua delicatezza da muflone... Soltanto per controllare di chi possano essere queste urla saresti capace di distruggermi tutte le piante, lascia fare a me", disse tentando di mantenere la calma.

"Fai come vuoi, io ti avverto, se ti succede qualcosa sarà solo tua la colpa", aggiunse l'uomo

"Grazie" rispose lei sollevata.

Asia prese la mannaia e si diresse verso il giardino, ma il fidanzato la bloccò di nuovo.

"La mannaia...? A cosa ti serve?", chiese.

La donna si bloccò un istante con lo sguardo fisso nel vuoto davanti a sé. Poi si girò con un sorriso inquietante "Per sicurezza, ovvio no?". Disse.

Asia si diresse verso il giardino con disinvoltura.

Più si avvicinava verso le urla, più si irritava. Andò in direzione della buca e iniziò a scavare freneticamente.

Nello scavare si accorse che la salma non dava cenni di vita. Non poteva essere lei a urlare. Però le grida stavano continuando lo stesso. Asia era perplessa, non aveva la minima idea di cosa potesse essere. Frugò nelle tasche del cadavere per vedere se fosse il cellulare a fare quel verso straziante. Non si sa mai che tipo di suoneria possa avere una persona...

Quando le mani andarono più a fondo, Asia sentì fra le dita qualcosa di viscido e scivoloso.

La salma in questione era una donna di circa quarantatre anni, di nome Rosemary, capelli mori a caschetto e brizzolati. Piccoli occhi verdi, un naso assai importante che ricopriva gran parte della faccia, e molto grassa. La circonferenza del busto poteva coincidere con quella di un barile di vino da fermentazione, il seno riconducibile a due angurie mature, un fondoschiena molto ingombrante, e una testolina che si nascondeva in cima all'imponente corpo. Di carattere era una persona dolcissima e aperta a tutti, anche se molto riservata. Se qualcuno aveva un problema non dovevi esitare a chiederle un consiglio, lei lo avrebbe aiutato a qualsiasi costo, e sempre con un sorriso stampato in faccia.

Ultimamente era ingrassata e non usciva più di casa.

La commessa dell'alimentari "LowCostMarket" aveva detto: "Negli ultimi tempi sta comprando solo da mangiare, qualsiasi cosa sia commestibile, è nel suo carrello." e inoltre aveva aggiunto "Molto probabilmente è colpa di un rifiuto in ambito sentimentale. Poveretta mi fa quasi pena". Sta di fatto che ultimamente nessuno l'aveva più incontrata, e da ora in poi non l'avrebbero mai più rivista.

Intanto Asia, mentre tastava quella cosa appiccicosa e viscida situata in fondo al cadavere, capì che le urla provenivano proprio da quell'essere che stava toccando. Tirò fuori il cadavere, lo ricoprì con un telo e posò la mannaia.

Quando raccolse quella cosa scivolosa dal fondo, fece una faccia indescrivibile, un'espressione che in trenta anni della sua vita non aveva mai fatto. Un sensazione che mai aveva provato.

Era un neonato.

"Tu gli dai la morte e lei ti regala una vita. Oh, Rosemary..."

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